In questi ultimi giorni, al centro dell’attenzione dei media Italiani e delle battaglie politiche vediamo una nuova proposta per riformare una vecchia legge elettorale. La proposta è stata presentata dal PD alla commissione Affari costituzionali della Camera ed è una legge elettorale mista proporzionale-maggioritario molto simile al Mattarellum, una legge in vigore all’inizio degli anni duemila. Questa nuova riforma prende il nome di “Rosatellum bis”. Scopriamo perché si chiama Rosatellum.
Perché si chiama Rosatellum
Questo particolare nome deriva dal capogruppo della Camera del PD Ettore Rosato. Ma questo nome così bizzarro non deriva solo dal leader del PD, ma anche dal cosiddetto “Legalicum”, la proposta che Andrea Mazziotti aveva presentato mesi fa.
Mazziotti, presidente della commissione eletto da tutti i partiti ad eccezione del PD, presentò un testo base “minimalista”: la proposta Mazziotti era in pratica il cosiddetto “Legalicum”, ossia l’estensione anche al Senato del sistema elettorale in vigore per la Camera dei Deputati dopo gli interventi con cui la Corte costituzionale aveva bocciato alcune parti dell’Italicum.
Il “Legalicum” prevedeva che, se nessuna lista avesse raggiunto il 40% dei voti, si sarebbe applicata una ripartizione proporzionale con soglia di sbarramento al 3%. E questo, stante l’improbabilità che una lista in uno scenario tripolare (come quello attuale) raggiungesse il 40%, si sarebbe tradotto facilmente in una garanzia di ingovernabilità. A ciò si è opposto il PD, che ha annunciato il suo voto contrario costringendo Mazziotti a ritirare il testo e a dimettersi come relatore.
A quel punto il nuovo relatore è diventato Emanuele Fiano (PD), che ha presentato una sua proposta, molto diversa dal “Legalicum.
Cosa dice il Rosatellum
Nel testo, che qualcuno ha ribattezzato “Rosatellum” (dal nome del capogruppo PD alla Camera, Ettore Rosato), sono previsti per la Camera 303 collegi uninominali e altrettanti seggi proporzionali da distribuire in collegi plurinominali, ciascuno i quali eleggerebbe da 2 a 4 deputati. Alla ripartizione proporzionale avrebbero accesso solo quelle liste che superino il 5% su base nazionale. Previste anche norme per la parità di genere (la percentuale di candidati dello stesso sesso non può superare il 60% per nessuna lista).
Dunque, il “perché si chiama Rosatellum” è da attribuire non solo al capogruppo PD alla Camera, Ettore Rosato, ma anche alla proposta Legalicum, presentata poco prima del Rosatellum.