La parola bullismo oramai, da qualche anno, è diventata di uso comune, anzi comunissimo. Eppure, se ci pensiamo un po’, è un fenomeno molto antico: la maggior parte di noi, nel periodo dell’esistenza che va dall’infanzia all’adolescenza, per almeno una volta, ha subito un episodio di soprusi o di manifestazione di prepotenza da parte di un compagno di scuola o coetaneo. Ma perché combattere il bullismo significa difendere la legalità?
Il bullismo nell’era di internet e dei social media
Oggi questo fenomeno rende più valore perché prende corpo e si espande anche nel mondo virtuale, attraverso i social network più conosciuti e frequentati dai giovani. Ecco allora che bisogna parlare di un vero e proprio bullismo virtuale o cyberbullismo.
Si perché, al giorno d’oggi, i giovani non hanno più il coraggio di dire le cose in faccia e si nascondono dietro ad uno schermo di un PC o di un telefonino per infastidire, prendere in giro ed esercitare una pressione o una forma di violenza psicologica nei confronti dei coetanei, magari psicologicamente più deboli o insicuri. Questo fenomeno sociale può degenerare in conseguenzaemolto gravi, fino a provocare la morte del ragazzo/a vittima di bullismo.
Perché combattere il bullismo significa difendere la legalità
Siccome la vita è il bene più prezioso che un essere umano possa avere, ma è anche un diritto riconosciuto dagli ordinamenti dei paesi occidentali e democratici, riteniamo che al giorno d’oggi contrastare questo fenomeno significa difendere la legalità ma soprattutto i diritti umani che sono patrimonio di ogni soggetto. Ecco perché combattere il bullismo significa difendere la legalità.
Secondo un’indagine condotta nel nostro paese, eseguita su larga scala in tutto il territorio nazionale, da parte dell’Istat nel 2014, oltre il 50% dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni sono rimasti vittima per almeno una volta nella loro vita di un episodio che ha arrecato loro un’offesa o un comportamento violento subito da parte di ragazzi o ragazze.
Il bullismo riduce l’autostima nell’adolescente e il senso di dignità. Nelle forme più estreme, mediante le quali questo fenomeno si può manifestare, può provocare depressione, l’ansia e altri stati emotivi gravi oltre che delle condotte autolesive.
Spesso il bullismo è collegato con la discriminazione fondata sul sesso, razza, valori etnici, religiosi e culturali diversi dal gruppo sociale prevalente nel quale vivono. La mancanza di rispetto verso la diversità purtroppo si concreta nel bullismo che ne diventa una delle conseguenze più frequenti e che generano inevitabili scontri soprattutto tra i ragazzi e le ragazze.