Perché viene il singhiozzo

perché viene il singhiozzoA chi non è capitato almeno una volta nella vita di essere in preda ad un fastidiosissimo singhiozzo e di non riuscire a trovare il modo di farlo cessare? Cerchiamo di capire ora in modo semplice che cos’è e perché viene il singhiozzo.

Il singhiozzo è un fenomeno molto comune che compare generalmente all’improvviso e può colpire individui di qualunque età, dai neonati fino alle persone più anziane.

Il singhiozzo, dal latino “singultus“, meglio definito in termini medici come flutter diaframmatico sincrono (FDS) è una innocua ma fastidiosa contrazione involontaria ripetuta del diaframma, il muscolo che separa il torace dall’addome e che svolge funzioni basilari per la respirazione. Questa contrazione provoca un ritorno di aria verso la laringe e viene causata da una irritazione del nervo frenico, un nervo che nasce a livello del collo e scende fino al diaframma, o degli organi addominali a contatto con il diaframma stesso. Ogni contrazione può avere ritmi più o meno brevi e ripetersi anche più volte nel corso di un minuto. Questa contrazione del diaframma, seguita dalla risalita di aria attraverso l’esofago provoca una improvvisa chiusura delle corde vocali che da luogo al rumore tipico del singhiozzo.

Perché viene il singhiozzo

Analizzato l’aspetto prettamente medico ed anatomico, vediamo quali sono gli agenti più comuni ed alcune cause primarie che possono portare alla sua comparsa improvvisa:

  1. l’ansia e lo stress;
  2. un eccesso di aria nello stomaco;
  3. il consumo di bevande gassate;
  4. l’eccesso di bevande super alcooliche;
  5. il fumo di sigaretta;
  6. la gravidanza;
  7. l’ingestione troppo rapida del cibo;
  8. un pasto più abbondante del solito;
  9. uno sbalzo improvviso di temperatura;
  10. in calo di pressione o di ossigeno nel sangue;
  11. l’uso di farmaci come il cortisone o gli antidepressivi.

Come puoi vedere, le motivazioni del perché viene il singhiozzo possono essere tante.

Perché viene il singhiozzo nei bambini

singhiozzo nei bambini

Come abbiamo detto precedentemente, il singhiozzo è una contrazione involontaria del diaframma. Se il tuo bambino ha il singhiozzo sporadicamente, non c’è da preoccuparsi: spesso è causato dall’ingestione di aria in seguito alla masticazione, al consumo di bevande gassate, all’aver esagerato con il cibo o all’aver mangiato rapidamente.

Per evitare una manifestazione frequente del singhiozzo nel bambino, quest’ultimo deve essere orientato a masticare bene gli alimenti, evitando così che possa ingurgitare pezzi di cibo troppo grandi e in modo veloce.

Quando si manifesta con maggior frequenza in un bambino, questo fenomeno può essere associato a traumi dell’addome o a patologie che interessano lo stomaco e, in generale, a parte dell’apparato digerente.

In genere la sua azione è piuttosto rapida sia nel modo di manifestarsi sia nel regredire. Può accadere, però, che non regredisca in maniera spontanea in un arco di tempo ridotto e in questo caso bisogna necessariamente ricorrere al medico, il quale dovrà cercare di comprimere i nervi frenici mediante delle operazioni che vengono svolte in modo manuale.

Perché viene il singhiozzo ai neonati

Il singhiozzo nei neonati appare sicuramente più frequentemente rispetto agli adulti e, secondo alcuni studi, i neonati passano circa il 2,5% del loro tempo a singhiozzare. Il significato non è ancora del tutto chiaro mentre le cause del singhiozzo nei neonati sono state, oramai, da tempo esplicitate in modo inequivocabile dalla comunità scientifica e sono, sostanzialmente, quelle che già abbiamo visto precedentemente.

Il singhiozzo può essere causato dal reflusso gastro-esofageo, specie se il neonato è vorace e ingurgita molta aria. Ciò accade perché si assiste ad una distensione del cardias e ad una stimolazione del diaframma che provoca, per l’appunto, il singhiozzo durante il ruttino.

Anche quando si verificano delle crisi di pianto il neonato tende ad ingurgitare molta aria, determinando continuamente la manifestazione del singhiozzo. In alcuni casi, al momento del cambio del pannolino o nel corso del bagnetto, può accadere che il neonato singhiozzi per via dei repentini cambiamenti di temperatura (in questo caso, i fattori determinanti al momento non sono molto chiari). Risulta indispensabile, quindi, mantenere una certa temperatura costante nell’ambiente in cui il bambino viene spogliato, in maniera tale da evitare delle variazioni repentine di temperatura. Sempre per questo motivo, i vestitini devono essere tolti agendo lentamente.

Anche in questo caso (e soprattutto, visto che è il riflesso più diffuso nei primi mesi di vita), non c’è da preoccuparsi; naturalmente ciò non vale se il singhiozzare capita spesso o perdura nel tempo (dopo le 48 ore è consigliato sottoporre il neonato a visita medica).

Come far passare il singhiozzo

In genere il fenomeno del singhiozzo va incontro ad una risoluzione spontanea nel corso di pochi minuti. Tuttavia, se non ne puoi proprio più e non hai la pazienza di aspettare, puoi provare a mettere in pratica alcuni dei più popolari ed infallibili rimedi per far passare il singhiozzo.

Vediamone alcuni dei più conosciuti:

  1. trattenere il respiro per almeno trenta secondi;
  2. bere piccoli sorsi d’acqua;
  3. fare dei gargarismi con l’acqua
  4. tapparsi le orecchie con le dita;
  5. esercitare una leggera pressione sugli occhi chiusi;
  6. mettersi un sacchetto di carta sulla bocca e respirare;
  7. masticare una fetta di limone;
  8. farsi spaventare.

Addirittura, nei casi più gravi, i medici possono arrivare a prescrivere dei calmanti per arrestare la crisi di singhiozzo.

Come far passare il singhiozzo ai bambini

Prima di cercare di far passare il singhiozzo al tuo bambino, dovresti individuarne la causa. Il metodo classico e più conosciuto, come abbiamo visto, è sicuramente quello di trattenere il respiro per qualche decina di secondi.

Se si pensa, però, che la causa sia stata l’ingestione di cibi caldi o irritanti basterà far bere qualche goccia di limone al bambino.

Un altro metodo molto efficace consiste nel far bere al bambino sul lato più lontano del bicchiere rispetto alla bocca. Questo farà si che esso dovrà chinare il capo e conseguentemente verrà rallentata la respirazione, aumentando il livello di anidride carbonica.

Come far passare il singhiozzo ai neonati

Quando diventa difficile da gestire, ci sono una serie di semplici trucchi che possono sicuramente tornare utili a far passare il singhiozzo ai neonati.

Un rimedio naturale e storicamente efficace consiste nel far riprendere al bambino la poppata o dar da bere con un cucchiaino alcuni sorsi d’acqua.

È consigliato anche far succhiare il ciuccio mentre si effettua dolcemente un massaggio sulla schiena.

Un altro espediente molto usato è quello di far starnutire il neonato dopo aver toccato ripetutamente il suo nasino in maniera delicata. Questa tecnica contribuisce a far riprendere al diaframma il suo normale ritmo, fatto di contrazione e distensione, incidendo sulla respirazione del bambino.

Se il bambino è un lattante, si consiglia di evitare di far ingurgitare troppa aria nel corso dell’allattamento. È meglio fare delle poppate con delle pause continue che siano seguite da ruttini.

Occorre evitare, invece, di bloccare il respiro al piccolo tenendogli chiuse le narici. Questo metodo è sicuramente consigliato agli adulti ma non è indicato per i neonati.

Singhiozzo in gravidanza

Il singhiozzo della mamma in gravidanza è, come in tutti gli altri casi, un fenomeno solitamente normale. Se si verifica spesso è solamente perché, durante la gravidanza, si tende ad ingerire più ossigeno (circa il 30-40% in più) ed, in generale, più aria.

Tuttavia, ciò non causa alcun problema al feto, il quale, però, può averne uno suo. Per quanto riguarda i rimedi, leggere il paragrafo dedicato a come far passare il singhiozzo.

Singhiozzo fetale

singhiozzo fetale

Può capitare che una mamma in gravidanza senta il singhiozzo del proprio feto. Ciò è assolutamente normale, andiamo a scoprire in dettaglio le funzioni del singhiozzo fetale.

Il singhiozzo nel feto può assumere un ruolo molto importante: ostacola l’accesso del liquido amniotico della pancia materna verso i polmoni del bimbo. Quando il feto comincia ad effettuare i primi tentativi di respirazione è molto probabile che dell’acqua scaturente dalla pancia della madre venga ingerita. Grazie al singhiozzo riesce prontamente ad espellerla tutta.

Quando si manifesta, da tale fenomeno è possibile trarre anche delle importanti indicazioni sullo stato di salute del piccolo. Infatti, quando si verifica, ciò sta ad indicare che il nascituro ha sviluppato in maniera adeguata il suo sistema nervoso centrale. Nel momento in cui il liquido amniotico fluisce all’interno dei polmoni e da quest’ultimi fuoriesce, si verifica una contrazione repentina del diaframma, provocando così un moto ondulatorio.

Praticamente quando si attiva il singhiozzo nel feto, il cervello e il midollo spinale controllano le contrazioni del diaframma e sono in grado di dare una risposta corretta a tali stimolazioni con differenti riflessi. Uno di questi, per l’appunto, è il singhiozzo.

Dalla 18ª settimana di gestazione in poi, lo stomaco del feto comincia ad attivarsi, deglutendo il liquido amniotico. In tale fase il feto si esercita a svolgere quelle funzioni ordinarie una volta uscito dall’utero della madre. Anche in tale ipotesi si verifica una stimolazione del diaframma che si contrae causando il reflusso del liquido ingurgitato, da cui deriva il singhiozzo.

Il singhiozzo fetale si può manifestare anche durante lo sviluppo del riflesso che gli consentirà di ricevere il latte dalla madre dopo il parto, senza che quest’ultimo fluisca all’interno dei suoi polmoni. Quando il feto ingurgita in maniera eccessiva il liquido amniotico, al fine di espellere quest’ultimo dalla bocca, come accennavamo prima, potrebbe singhiozzare in modo continuato.

Fino al secondo trimestre della gestazione, il singhiozzo del feto si manifesta attraverso una vibrazione che si percepisce quando la madre sta riposando. Oltrepassati sei mesi di gravidanza, viene trasformato in una serie di sobbalzi e colpetti che vengono scanditi in maniera regolare. Tale movimento, che può manifestarsi in modo leggero o intermittente prolungandosi fino a mezz’ora, diventa più complesso in questa fase perché ciò sta ad indicare che il piccolo si sta sviluppando sempre più. In alcuni casi il singhiozzo può assumere un andamento concomitante alle azioni svolte dalla madre (per esempio quando quest’ultima consuma un pasto, quando si mette a letto per riposare o si alza).

Nel video di seguito puoi vedere le contrazioni di un feto mentre singhiozza:

Patologie gravi che possono celarsi dietro al singhiozzo

Va sottolineato che, anche un fenomeno comunissimo ed apparentemente banale ed innocuo come il singhiozzo, se si presenta in modo frequente e prolungato nel tempo non va assolutamente trascurato, sia perché un singhiozzo persistente nel tempo potrebbe causare delle problematiche a livello gastrico, ma anche perché potrebbe essere la conseguenza di malattie degli organi interni e nascondere problemi più seri come la pericardite, problemi dell’apparato digerente come il reflusso gastro-esofageo, alterazioni neurologiche, ma anche malattie molto gravi come i tumori.

Alcune possibili cause del singhiozzo cronico:

  1. reflusso gastroesofageo;
  2. ulcera o gastrite;
  3. infezioni dei polmoni o della pleura;
  4. sclerosi multipla;
  5. morbo di Parkinson;
  6. meningite;
  7. cancro alla gola o alla laringe;
  8. cancro al cervello.

In presenza di singhiozzo frequente e prolungato (per più di 48 ore) è opportuno, pertanto, consultare il proprio medico di famiglia che effettuerà una prima diagnosi ed, eventualmente, prescriverà degli esami strumentali per l’approfondimento del caso.

 

Dopo aver scoperto il perché viene il singhiozzo, avrai compreso che è un fenomeno molto variabile da caso a caso. Nella maggior parte dei casi, però, non c’è da preoccuparsi.

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