Il giardino delle vergini suicide è un film forte e misterioso. Opera di esordio della straordinaria Sofia Coppola, contiene in sé già gli argomenti e i tratti che caratterizzeranno lo stile della regista.
L’atmosfera che si respira è strana, eterea, quasi impalpabile e per questo capace di colpire lo spettatore. Perché vedere Il giardino delle vergini suicide? Perché lascia una sensazione difficile da provare che la regista riesce ad evocare con mezzi indiretti ma molto efficaci.
Come un quadro consumato dal tempo, come un bisogno non dichiarato, il film è essenza di incomprensibilità, della mancanza di qualsiasi possibile spiegazione.
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L’origine de Il giardino delle vergini suicide
Il film si basa sul romanzo di Jeffrey Eugenides fondato a sua volta su fatti realmente accaduti. Ad aver ispirato la regista sono le emozioni e gli stati d’animo che caratterizzano la trama, gli stessi che spesso ritroveremo in altri suoi lavori e che i poeti avrebbero definito il male di vivere: la noia e la solitudine, una miscela che ha spinto le sorelle Lisbon a togliersi la vita, insieme.
Raccontata dalle parole di un ragazzo adolescente che le ha conosciute, la storia è imperniata sulle cinque ragazze difficili da aiutare, nonostante l’impegno di chi le circondava.
Nessuna indagine psicologica
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, considerate le delicate tematiche affrontate, il film non vuole chiarire né spiegare le dinamiche psicologiche che hanno portato le ragazze a una scelta così drastica.
Il perno principale attorno al quale ruota tutta la narrazione è proprio l’incomprensibilità del gesto, delle problematiche, del sentire stesso delle cinque sorelle, del loro mondo irraggiungibile.
Nemmeno l’adolescenza viene eletta a tema principale da parte della Coppola, lasciando campo libero alla protagonista principale: la solitudine che influenza la vita delle persone benestanti, dovuta a condizionamenti sociali o familiari.
Con le sue immagini, i dialoghi e le ambientazioni la regista non vuole spiegare gli stati d’animo, la sua scelta vincente è proprio quella di “non spiegarli” restituendo agli spettatori l’incomprensibilità della vita delle cinque sorelle. Proiettando chi osserva nella stessa dimensione delle protagoniste la Coppola riesce in modo eccellente nel suo intento.
La combinazione perfetta tra realismo e metafora
Il realismo e la metafora, nel loro continuo alternarsi, rendono perfettamente l’atmosfera in cui vivono immerse le protagoniste: una totale completa e permeante incomprensibilità.
La trama è costituita da pochi fatti, i dialoghi sono appositamente privi di senso così da svuotare la comunicazione, da privare i personaggi di ogni possibilità di comprensione, fattore che spingerà le protagoniste a chiudersi in loro stesse fino al completo isolamento, in parte cercato, in parte subito.
Nonostante questo i coetanei subiscono il loro fascino, lo stesso che colpisce lo spettatore, catapultato in una realtà che cerca di conoscere senza riuscirci, come fatalmente attratto dalle ragazze che impassibili rimangono ferme e immobili nei confronti della vita. Ricca di simbolismo, la produzione della Coppola non contiene spiegazioni esplicite ma metafore estetiche dalle quali lascia trapelare stralci di interiorità dei personaggi.
Perché vedere il giardino delle vergini suicide
Il ritmo lento, i colori tenui, la presenza di numerose scene in controluce, la scelta di una colonna sonora evanescente suscitano un senso di nostalgia e tristezza, una tristezza incomprensibile che affascina e si rivela il punto di forza di tutto il film.
Il contrasto tra la delicatezza degli strumenti visivi utilizzati e la tragicità degli eventi narrati rinforza il colpo arrivando dritto allo spettatore. Perché vedere Il giardino delle vergini suicide? Per lasciarsi trasportare dalla consapevolezza che pian piano nasce, quella di uno slancio vitale soppresso, soffocato, negato dall’atteggiamento passivo delle cinque adolescenti che rimangono sedute ai bordi della loro vita, immerse in una noia liquida che sembra invadere i loro respiri.
Le inquadrature statiche che le ritraggono appoggiate le une alle altre in ore vuote di senso trasmettono l’idea, volutamente tessuta dalla Coppola, di una spinta erotica latente, metafora dello slancio vitale rifiutato. Questa è la potenza del film, la capacità di lasciare nello spettatore lo stesso stato d’animo che ha caratterizzato la vita delle protagoniste: una tristezza incomprensibile.
Ti sei incuriosito? Ecco dove vedere Il giardino delle vergini suicide in streaming! Dopo averlo visto, facci sapere cosa ne pensi con un commento.