Perché si usa l’alloro per la laurea

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Di fronte a una tradizione diffusa in ogni parte d’Italia, è normale chiedersi quanto le sue radici siano antiche per averne garantito un’efficacia nel tramandarsi. È il caso dell’alloro, una pianta usata non solo in ambito culinario, ma nota anche e soprattutto per coronare le teste di chi ha appena preso la laurea.

L’usanza trae origine da una concezione classica dell’alloro, associato a virtù e simboli positivi.

Cosa simboleggia l’alloro

L’alloro rappresenta da tempi immemori una pianta sacra: i romani infatti utilizzavano le sue verdi foglie per le consacrazioni dedicate al Dio Apollo, divinità che rappresentava il sole, la musica, la scultura, la pittura e la poesia.

Nella cultura romana, Apollo veniva considerato il simbolo più elevato della saggezza, dell’intelligenza ma anche dell’onore. Alla sua figura erano consacrate tutte le vittorie. Non stupisce perciò che nelle raffigurazioni del dio Apollo risalenti all’epoca romana la sua personificazione venisse raffigurata proprio con dei ramoscelli di alloro intrecciati, a simulare una corona apposta sul capo come si trattasse di un re.

Perché si usa l’alloro per la laurea

A questo punto è lecito chiedersi quale sia il legame tra la testa coronata di Apollo e uno studente moderno. Ebbene, un filo rosso che unisce c’è ed è presto spiegato.

L’alloro nell’antichità

Se Apollo rappresentava l’ideale, una sorta di ispirazione alla quale tutte le persone che desideravano elevarsi moralmente e culturalmente tendevano, la corona d’alloro, simbolo concreto, elegante e terreno al tempo stesso, veniva utilizzata da poeti e saggi come fregio.

Ciò era particolarmente evidente nel corso delle cerimonie religiose, nell’ambito delle quali venivano celebrati meriti e onori delle persone che avevano raggiunto l’eccellenza nel campo delle arti in generale.

Da queste prime radici importanti, sopravvissute all’epoca del Medioevo e tramandate durante il Rinascimento e il Risorgimento, l’usanza di associare l’alloro a un traguardo onorevole è rimasta.

L’alloro: simbolo di laurea

Ecco dunque che la tradizione è giunta intatta fino ai giorni nostri e ci vede celebrare una persona laureata come qualcuno che ha acquisito virtù, sapienza e onorevolezza.

Come celebrazione di un risultato raggiunto ma allo stesso tempo come promessa che le conoscenze acquisite verranno messe in pratica nel corso della vita del neolaureato per fare qualcosa di ancor più onorevole, l’incoronazione con l’alloro diventa simbolo di traguardo e di speranza al tempo stesso.

L’alloro è un sinonimo di festa, un’occasione per guardare con soddisfazione al percorso fatto finora per raggiungere la sapienza, ma anche un onere a utilizzare le conoscenze acquisite per elevarsi continuamente.

In realtà, per coloro che vantano studi classici il legame di questa pianta profumata con le celebrazioni che segnano la fine degli studi universitari è chiaro e cristallino.

L’alloro, dunque, è una pianta rappresentativa di questa celebrazione; se vuoi scoprire che fiori che si regalano alla laurea, ti rimandiamo al sito di Floraqueen.

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Il significato latino

Già nel termine laurea, infatti, si ritrovano gli evidenti parallelismi con l’alloro, il cui nome scientifico è Laurus Nobilis. Questa pianta aromatica diffusa in tutta la macchia mediterranea è da sempre sinonimo di gloria e saggezza, qualità da celebrare in egual misura al conseguimento della tanto sospirata laurea.

Esempi illustri dell’uso dell’alloro

Se ci si sofferma a pensare all’iconografia classica e rinascimentale, si noterà che l’alloro viene sempre associato a personaggi che hanno raggiunto l’eccellenza nel proprio campo, in particolar modo poeti e scrittori ricordati fino ai giorni nostri.

È l’esempio del celeberrimo Dante Alighieri: personaggi della sua caratura venivano detti laureati e raffigurati a scopo celebrativo con rigogliose corone di foglie d’alloro e tuniche rosse, da sempre sinonimo di prestigio.

L’alloro era riservato anche a coloro che ottenevano successi come condottieri di popoli ed eserciti: ecco che un altro esempio di utilizzo dell’alloro come celebrazione di personalità in grado distinguersi nella società è quello di Giulio Cesare, le cui statue lo ritraggono sempre con la corona di foglie di lauro.

Non si tratta di una tradizione esclusivamente italica o romana: basti pensare che l’imperatore francese Napoleone Bonaparte pretese le stesse raffigurazioni per i dipinti commemorativi che lo ritraevano.

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