Perché le badanti non pagano le tasse

badanteI risultati emersi da alcune indagini a livello nazionale sono a dir poco allarmanti; almeno la metà delle badanti impiegate nel nostro Paese sono sconosciute al fisco italiano.

Il risultato non è molto diverso se si va ad indagare il numero delle posizioni aperte presso l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale in relazione ai rapporti regolarmente denunciati e che quindi versano la regolare contribuzione Inps.

Il fenomeno, dunque, appare prassi largamente diffusa sul nostro territorio che si traduce, naturalmente, in un minor gettito fiscale con grave danno per le casse dell’Erario e con una proliferazione del lavoro in nero o di evasione contributiva.

Senza dubbio la natura del rapporto di lavoro che unisce la badante al proprio datore di lavoro ha caratteristiche particolari rispetto a quanto previsto per altre categorie di lavoratori, ma ciò non implica che vi siano trattamenti agevolati in materia di IRPEF.

Vediamo nel dettaglio come si configura un rapporto di lavoro tra una badante ed il proprio assistito o datore di lavoro.

Il rapporto di lavoro subordinato

Una badante può essere assunta con un contratto di lavoro subordinato. In questo caso, dunque, viene a ricoprire la carica di un lavoratore dipendente vero e proprio con orario e mansioni predeterminati.

Il datore di lavoro è tenuto a regolarizzare l’assunzione dandone regolare comunicazione all’INPS; in tal modo egli sarà tenuto a versare trimestralmente i contributi alla propria badante trattenendo in busta paga la quota parte di competenza del dipendente.

La badante, in qualità di lavoratore dipendente, percepirà un compenso per i suoi servizi. Tale emolumento, quindi, costituisce un reddito e come tale è oggetto di dichiarazione dei redditi.

La particolarità del rapporto di lavoro si estrinseca nel fatto che il datore di lavoro non agisce come sostituto d’imposta e quindi non è tenuto ad applicare in via anticipata le imposte sul reddito come accade per altre categorie.

Per questa ragione, l’emolumento percepito è lordo ed è compito della badante presentare ogni anno la propria dichiarazione dei redditi tramite modello 730 entro luglio dell’anno successivo.

L’unico caso in cui la badante è esentata dal presentare la dichiarazione dei reddito è il caso in cui il reddito complessivo percepito sia inferiore o pari ad Euro 8.000.

Anche in questo caso, comunque, se la badante ha diritto ad avere il rimborso di spese detraibili o l’accredito di determinati bonus, avrà comunque facoltà di presentare il modello 730 e a percepire le agevolazioni spettanti.

Il lavoro autonomo

Nel caso in cui la badante sia una libera professionista con regolare partita IVA, il rapporto di lavoro cambia natura. In questo caso, infatti, sarà il collaboratore a presentare fattura al proprio assistito e sarà tenuto in prima persona al versamento dei contributi INPS previsti dalla legge e a presentare regolare dichiarazione dei redditi (tramite modello unico) l’anno d’imposta successivo.

Perché le badanti non pagano le tasse

Non esiste una risposta soddisfacente al quesito proposto; molteplici possono essere le cause che inducono ad un risultato del genere.

In primo luogo la naturale confusione legislativa in merito non aiuta per cui molte collaboratrici pensano, in buona fede, di non essere tenute al pagamento delle imposte.

La maggior parte di esse, infatti, ritiene che sia già stato assolto l’obbligo erariale dal datore di lavoro con trattenute in busta paga; altre, per lo più straniere, ritengono di non essere soggette a tassazione al di fuori del loro Paese.

Il caso peggiore, naturalmente, si verifica quando le badanti non pagano le tasse scientemente o, addirittura, sono conniventi per alimentare un rapporto di lavoro non regolare con lo scopo di guadagnare di più e più in fretta.

Un lavoro vero e proprio: a Treviso c’è un corso per badanti

Viene organizzato ogni anno “Formato Famiglia”, un corso di formazione gratuita a Treviso per badanti, al fine di migliorare competenza e professionalità. A fine corso sarà rilasciato ai partecipanti un attestato da inserire nel proprio CV.

L’obiettivo del corso per badanti tenuto a Treviso è quello di dare alle famiglie un ottimo supporto nell’assistenza dei propri cari ed offrire allo stesso tempo una formazione per i domestici. Quindi, consentirà, attraverso tanta teoria e pratica, di imparare tutti i trucchi del mestiere, grazie anche alla presenza di docenti ed esperti del settore.

Se hai bisogno anche tu del supporto di una badante per assistere un tuo familiare, puoi rivolgerti ad una agenzia del settore. Ad esempio, l’agenzia per badanti a Treviso Gallas è specializzata nella ricerca, selezione e gestione di personale domestico ed è l’agenzia numero 1 in Italia autorizzata dal Ministero.

Dunque, tra le agenzie per badanti a Treviso (e non solo), la Gallas è la migliore. Facci sapere la tua esperienza con un’agenzia per badanti.

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Un commento

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  1. Ma che baggianate dite………..le badanti in BUONA FEDE non pagano le tasse ? Sanno benissimo che le dovrebbero pagare perchè il datore di lavoro, se la badante è regolarmente assunta, ogni anno consegna loro il CUD e la prima volta che lo abbiamo consegnato alla badante di mia mamma ha chiesto cosa era……….le è stato spiegato che serviva per pagare le tasse e lei ha detto io le tasse non le pago non le paga nessuno………..e poi io non sono proprietaria di casa non ho macchina etc etc e in circa 10 anni che è in Italia si è intascata oltre 100.000 € senza pagare 1 € di tasse anzi ……..ha fatto anche un paio di piccoli interventi in H con degenza di almeno 6-7 giorni e tutto AGGRATIS

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