L’opinione pubblica tende a vedere nel cannabidiolo niente di più che la principale sostanza che caratterizza quella che viene definita come canapa legale.
Si tratta di tutti quei prodotti che possono essere liberamente acquistati a scopo collezionistico o decorativo, privi di THC e, per questo, completamente leciti. Ne sono un esempio le genetiche di erba light di Justbob, e-commerce italiano noto per operare anche al di fuori dei confini nazionali.
Tuttavia il CBD non è solo questo: considerandolo dal punto di vista farmacologico, infatti, possiede alcune interessanti proprietà che lo rendono potenzialmente utile in qualità di ausilio alle normali terapie mediche.
Ma quali sono di preciso i suoi effetti sul corpo umano? E oltre a questi benefici sono associate anche determinate controindicazioni al cannabidiolo?
Esamineremo questo argomento nel seguente articolo, ma prima di iniziare ricordiamo ai lettori che in Italia il consumo di CBD a scopo terapeutico è consentito esclusivamente per determinate patologie indicate dalla normativa e sotto consiglio di un medico che rilasci una prescrizione apposita.
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I principali effetti positivi del CBD evidenziati dalla ricerca medica
Il cannabidiolo (CBD), una molecola non psicoattiva, come ammesso dalla stessa Unione Europea, derivata dalla cannabis, sta emergendo come un agente terapeutico promettente in diversi ambiti della medicina. Il suo impiego, fondato su studi scientifici e ricerche cliniche, offre prospettive innovative nel trattamento di varie condizioni.
- Riduzione della depressione e ansia: il CBD ha dimostrato di avere effetti benefici nella gestione della depressione e dell’ansia. Grazie alla sua capacità di agire sul sistema endocannabinoide, modula la risposta del cervello agli stimoli stressanti, fornendo un potenziale sollievo senza gli effetti psicotropi associati al THC.
- Gestione del dolore: uno degli aspetti più notevoli del CBD è la sua efficacia nel lenire il dolore, sia cronico che acuto. Questo effetto analgesico, combinato con proprietà antinfiammatorie, lo rende particolarmente utile per individui affetti da condizioni come artrite o fibromialgia.
- Salute cardiovascolare: studi preliminari suggeriscono che il CBD possa avere effetti positivi sulla salute cardiovascolare, contribuendo alla riduzione della pressione sanguigna e al miglioramento della salute generale del cuore. Tali effetti deriverebbero dalla sua capacità di ridurre lo stress e l’ansia, fattori noti per influenzare negativamente la salute cardiovascolare.
- Trattamento di malattie neurologiche: il CBD ha mostrato potenziale nel trattamento di malattie neurologiche, come la sclerosi multipla e l’epilessia. Gli effetti miorilassanti del CBD lo rendono utile nel controllo degli spasmi muscolari, mentre le sue proprietà neuroprotettive potrebbero giocare un ruolo chiave nel rallentare la progressione di malattie neurodegenerative.
L’interazione tra il cannabidiolo e il sistema endocannabinoide
L’interazione del CBD con il sistema endocannabinoide del corpo umano è una frontiera fondamentale nella ricerca scientifica moderna, che apre prospettive intriganti per possibili applicazioni terapeutiche.
Questo sistema è un network complesso di recettori disseminati in tutto il corpo, che includono il cervello, gli organi, i tessuti connettivi e le ghiandole, e regola funzioni cruciali quali l’umore, il sonno, l’appetito e la risposta immunitaria.
Il CBD agisce come un modulatore di questo sistema, piuttosto che come un attivatore diretto dei recettori endocannabinoidi. Ciò significa che non si lega direttamente ai recettori canonici CB1 e CB2, ma influisce sulla loro attività indirettamente, contribuendo a mantenere l’equilibrio fisiologico, o omeostasi.
Questa capacità regolatoria del CBD è fondamentale per comprendere i suoi effetti terapeutici. Invece di produrre effetti psicoattivi, come il suo corrispettivo, il THC (tetraidrocannabinolo), il cannabidiolo opera per modulare la risposta del corpo agli stimoli interni ed esterni, contribuendo a stabilizzare i processi fisiologici che possono diventare disfunzionali.
Studi recenti suggeriscono che il CBD può avere un ruolo nell’incrementare la presenza di endocannabinoidi naturali del corpo, come l’anandamide, nota per migliorare l’umore e ridurre lo stress. Inoltre, il suo impatto indiretto sui recettori endocannabinoidi può spiegare gli effetti antinfiammatori e analgesici osservati in vari studi.
Quali sono le controindicazioni legate all’assunzione di cannabidiolo?
Nonostante il cannabidiolo (CBD) sia generalmente ben tollerato e considerato sicuro, è importante essere consapevoli dei possibili effetti collaterali e delle controindicazioni associate al suo uso. Ecco i principali.
- Secchezza delle fauci: uno degli effetti collaterali più comuni associati all’uso del CBD è la secchezza della bocca, causata dalla riduzione della produzione di saliva.
- Cambiamenti nella pressione sanguigna: alcuni studi indicano che il CBD può causare una leggera riduzione della pressione sanguigna, che può essere sia un effetto positivo che negativo, a seconda delle condizioni individuali.
- Sonnolenza o sedazione: anche se per alcuni questo può essere un beneficio, per altri può rappresentare un rischio, specialmente in situazioni che richiedono attenzione e vigilanza.
- Nausea e disturbi gastrointestinali: in alcuni individui, l’uso del CBD può causare nausea e disturbi gastrointestinali, specialmente a dosaggi più elevati.
- Interazione con altri farmaci: il CBD può interagire con alcuni farmaci, alterando il modo in cui vengono metabolizzati dal corpo. È fondamentale consultare un medico prima di integrare il CBD in un regime terapeutico, soprattutto se si stanno assumendo altri farmaci.
- Gravidanza e allattamento: non ci sono dati sufficienti per stabilire la sicurezza dell’uso del CBD durante la gravidanza o l’allattamento. Pertanto, si raccomanda cautela e consultazione medica.
- Sovradosaggio: sebbene il sovradosaggio di CBD sia raro, l’assunzione di dosi eccessivamente elevate può intensificare gli effetti collaterali.
- Uso a lungo termine: le ricerche sugli effetti a lungo termine del CBD sono ancora limitate, e quindi è consigliabile un approccio prudente e monitorato.
il cannabidiolo (CBD) si è affermato come un elemento di interesse crescente nel panorama della salute e del benessere, offrendo un’ampia varietà di benefici terapeutici potenziali. Da un lato, il suo impatto positivo sulla gestione del dolore, sulla salute mentale, sui disturbi del sonno e sulla neurologia fornisce un’opzione promettente per molteplici condizioni. Dall’altro, la sua capacità di agire come modulatore del sistema endocannabinoide senza effetti psicoattivi lo distingue come un integratore naturale unico nel suo genere.
Tuttavia, è fondamentale sottolineare l’importanza di un utilizzo informato e consapevole del CBD e, soprattutto, nel rispetto della normativa vigente, ricordando ancora una volta che ad oggi l’assunzione di cannabidiolo a scopi medici è consentita solo in determinate condizioni e sotto stretto controllo medico.