Perché si dice “mi guardi e non favelli”

mi guardi e non favelliPerché mi guardi e non favelli? Quante volte hai sentito in giro questa espressione o ti è capitata sotto gli occhi, stando sui social o semplicemente in una delle tante ricerche su Google, durante la navigazione in rete?

Probabilmente, molti di voi non sanno che questa espressione è molto datata e risale a circa all’epoca del Rinascimento, intorno al 1513-1515. Si riferisce ad un aneddoto che vede come protagonista lo scultore Michelangelo Buonarroti, il quale una volta completata la sua statua de “il Mosé”, esclamò rivolgendosi al suo capolavoro molto realistico e perfetto in ogni suo aspetto: “mi guardi e non favelli!”, e con uno scatto d’ira si scagliò proprio contro la statua, percuotendo il ginocchio con un martello. Ecco perché si dice: “mi guardi e non favelli”.

Dopo aver rovinato il suo lavoro, ovviamente Michelangelo dovette poi provvedere a ripararlo. E la versione definitiva della statua è proprio quella che possiamo ammirare in tutto il suo splendore nella basilica di San Pietro, a Roma.

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La sindrome di Michelangelo, un fenomeno molto diffuso

Il fenomeno della distruzione è molto noto e diffuso nella società. Esso si può manifestare sotto diverse forme e per mani di più soggetti del tutto falliti o che hanno raggiunto il culmine della propria carriera, superandosi in bravura. Gli psicologi sostengono che nella società c’è sempre una sindrome di Michelangelo. Il gesto dell’artista viene interpretato come una reazione all’eccessiva ricchezza della sua epoca, il Rinascimento.

Ma questa sindrome si manifesta in diversi modi. Per esempio, nel 1956 un boliviano scagliò un sasso alla Gioconda di Leonardo, per il semplice fatto che si approssimava l’inverno e aveva la necessità di trovare riparo in un posto chiuso, dove ci fosse un tetto.

Colui che ha frantumato il piede del David di Michelangelo, una volta portato in questura per essere sottoposto ad interrogatorio, dichiarò di averlo fatto solo per invidia.

Tanti e tanti altri episodi si sono susseguiti nel tempo, come il colpo di fucile sparato contro il disegno di Leonardo che raffigurava la Vergine con il Bambino.

Compiendo un ulteriore passo indietro nel tempo, infine, ricordiamo che anche Platone distrusse le sue poesie, dopo aver capito che non erano all’altezza delle sue capacità.

Ora ti è chiaro perché si dice “mi guardi e non favelli”? Eri già a conoscenza della sindrome di Michelangelo?

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