Nell’epoca moderna, la tecnologia è diventata indispensabile sia nei processi produttivi che nella quotidianità delle persone. Basti pensare a quanto si è circondati da dispositivi, software e app, e soprattutto alla quantità d’utilizzo che se ne fa.
Per rendere più veloci ed efficaci diversi processi all’interno delle aziende e dei negozi di qualunque tipologia, la tecnologia è vivissima in quanto a funzionalità. Ad esempio, i codici a barre sono ormai all’ordine del giorno, poiché essenziali ad incrementare la qualità di vita dei consumatori che possono saperne di più su un determinato prodotto. Stesso dicasi per gli impiegati, i quali riescono a svolgere diverse mansioni con una maggiore rapidità ed efficienza.
Conoscere i criteri che regolano l’obbligatorietà del codice a barre è importante soprattutto per chi si accinge ad avviare un’attività produttiva. In ogni caso è bene sapere che un prodotto dotato di codice a barre ne facilita la distribuzione presso i negozi al dettaglio e dal momento che nei siti di alcuni provider specializzati in questo settore, ad esempio sul sito LabelJoy.com, c’è la possibilità di generare i barcode in pochi secondi è consigliabile assegnarne sempre uno ai propri prodotti.
Tuttavia, ci sono alcune eccezioni che si possono riscontrare, ovvero alcuni prodotti non hanno il codice a barre: perché?
Indice dei contenuti
Il motivo per il quale alcuni prodotti non hanno il codice a barre
Nella maggioranza dei casi, i prodotti vengono comprati all’ingrosso dai rivenditori al dettaglio e sono già dotati degli appositi codici a barre, in modo tale da semplificare il processo di vendita al cliente. Infatti, i vari articoli prima di finire nelle mani di un consumatore svolgono un’alta movimentazione, ragion per cui è bene avere una tracciabilità, un codice identificativo che metta tutti al corrente dei vari passaggi al quale un prodotto viene sottoposto.
Tuttavia, nel momento in cui si decide di vendere direttamente tramite la propria attività, allora è possibile fare a meno del codice a barre e della relativa regolamentazione; ecco perché alcuni prodotti non lo presentano. In questa occasione specifica, agli articoli posseduti in magazzino possono essere assegnate delle etichette con dei codici a barre non destinati alla vendite, perciò risultano molto meno costosi rispetto alla casistica spiegata in precedenza. Ciò è possibile perché se i prodotti vengono destinati soltanto all’uso interno, non devono obbligatoriamente far parte del sistema dei codici a barre.
Chi produce i codici a barre in Italia
Facendo riferimento al sistema dei codici a barre, c’è da segnalare che i produttori di tali codici in Italia sono gli EAN (o GS1), ma che in realtà sono ormai un linguaggio globale essendo stato adottato da milioni e milioni di attività in tutto il mondo. L’obiettivo è di rendere possibile l’identificazione della merce nei termini di informazioni su provenienza, spedizioni effettuate e luoghi, nonché sugli ordini e le vendite.
I codici a barre, dunque, corrispondono ai numeri dell’identificativo GS1, e sono generati da appositi sistemi informativi per poi essere stampati. Attraverso il servizio di verifica etichette, è anche possibile assicurarsi che venga seguita la regolamentazione per stampare correttamente i codici EAN.
Lo scopo dei codici a barre per le aziende
Lo scopo dei codici a barre per le aziende in realtà è duplice, in linea di massima. Prima di tutto, li si possono generare per ottenere il prezzo del prodotto quando viene scansionato alla cassa. Ma i codici a barre sono anche utilizzati per sapere quando un articolo sta per terminare e deve essere riordinato dal fornitore.
La regolamentazione non implica degli obblighi da questo punto di vista, ma è preferibile avere un codice a barre differente per ogni variante di un prodotto, in modo tale da evitare ai rivenditori di aggiornare manualmente lo stoccaggio. Qualora si utilizzassero i codici a barre solo per i prezzi, allora se ne possono generare diversi solo in base al differente colore di un prodotto.
